Se ci fermassimo a valutare gli ultimi interventi della guardia di Finanza potremmo sospettare che la più diffusa pratica che coinvolge le nostre province è la truffa ai danni dello Stato (quindi a noi) da parte di “imprenditori” che non affrontano il mercato e le sue evoluzioni, ma trovano più comodo fare fatture false per potersi godere una vita agiata alla faccia di chi, ogni giorno, fatica a tirare fine mese
Vediamo il resoconto degli ultimi due giorni
OPERAZIONE n. 1 – La Guardia di Finanza di Brescia ha sequestrato 320mila euro in contanti a tre “imprenditori” bresciani, attivi nel settore del commercio dei metalli ferrosi, ritenuti i vertici di un sodalizio criminale che offriva servizi completi di false fatturazioni e rientro di contanti ad altre aziende della zona, oltre che alle proprie, per abbattere illecitamente i costi fiscali.
Duecentosessantamila euro sono stato trovati all’interno di sacchetti di plastica, mentre gli altri nel doppiofondo di alcune mensole. Il gruppo si avvaleva dell’appoggio di alcuni cittadini cinesi che recuperavano contante all’estero e lo consegnavano dietro una commissione del 3%. Gli imprenditori bresciani trattenevano ai colleghi che si avvalevano dei loro servizi quote variabili dal 5 al 22%.
OPERAZIONE n. 2 – Su richiesta della Procura europea di Roma, il Nucleo di Polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Bolzano ha eseguito perquisizioni e sequestri preventivi a Brescia nell’ambito di un’indagine su una frode su Iva da 17 milioni di euro riguardante prodotti elettronici.
Una persona, considerata l’amministratore «di fatto» di diverse società coinvolte, è stata posta agli arresti domiciliari. Ad altri tre indagati, che fungevano da prestanome per la frode, è stato vietato l’esercizio dell’attività di gestione aziendale.
I sequestri preventivi ordinati dal Tribunale di Roma ammontano a oltre 17,7 milioni di euro e includono conti bancari, carte di credito, denaro contante, veicoli, motociclette, tre orologi Rolex e altri beni. In totale, sono state effettuate sette perquisizioni per recuperare i beni e le prove di ulteriori flussi finanziari. L’indagine riguarda un gruppo criminale presumibilmente responsabile, dal 2017, di una massiccia frode Iva nel commercio all’ingrosso e al dettaglio di prodotti elettronici, che ha coinvolto aziende con sede in Italia e in altri Stati membri dell’Ue.
Il gruppo è sospettato di aver emesso e utilizzato sistematicamente fatture false consentendo loro di vendere laptop, smartphone e PC sul mercato italiano a prezzi anormalmente bassi. La frode, stimata in circa 17 milioni di euro, ha permesso agli autori un vantaggio competitivo rispetto alle aziende legittime e ha fatto emergere sospetti di riciclaggio di denaro.
OPERAZIONE n. 3 -Fatture false per oltre 100 milioni di euro: perquisizioni delle Fiamme Gialle a Brescia e Mantova
La Compagnia di Desenzano del Garda e la Tenenza di Castiglione delle Stiviere della Guardia di Finanza, tramite una complessa attività di indagine coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Brescia, hanno ricostruito un esteso sistema di frode fiscale con riguardo a molteplici settori economici tra cui, prevalentemente, quello del commercio e della lavorazione di metalli ferrosi, incentrato sull’emissione di fatture false per oltre 100 milioni di euro, procedendo a numerose perquisizioni all’interno di abitazioni e uffici aziendali.
L’attività investigativa, svolta congiuntamente dai due Reparti, avrebbe permesso di individuare un sodalizio criminale operante tra le province di Brescia e Mantova, in grado di fornire ai clienti un servizio “all inclusive” di emissione di fatture per operazioni inesistenti e di riciclaggio dei proventi illeciti generati. Il gruppo criminale, dalle indagini condotte, risulterebbe aver costituito numerose imprese e società cartiere, sia italiane che estere, amministrate da “prestanomi” compiacenti, utilizzate per emettere fatture per operazioni inesistenti, provvedendo al successivo riciclaggio del denaro mediante “monetizzazione” dei bonifici emessi dai clienti destinatari delle false fatture.
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