San Giuliano Milanese, arrestato con oltre 5 chili di cocaina nascosta nel doppiofondo dell’auto: 34enne in carcere

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La Polizia di Stato ha arrestato un cittadino marocchino di 34 anni per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, sequestrando oltre 5,7 chilogrammi di cocaina nascosti in un sofisticato doppiofondo ricavato artigianalmente nella struttura della sua auto.

L’operazione si è svolta nell’ambito del servizio di controllo del territorio “Penelope”, coordinato dall’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico della Questura di Milano e condotto dai poliziotti del Commissariato di Legnano nelle zone sud-est del capoluogo e nei comuni limitrofi.

Durante un servizio di prevenzione dei reati predatori, gli agenti hanno notato l’uomo nel parcheggio di un megastore a San Giuliano Milanese. Il 34enne si aggirava con atteggiamento sospetto nei pressi della sua vettura, effettuando movimenti nervosi e ripetuti andirivieni.

Alla vista dei poliziotti ha tentato invano di allontanarsi, ma è stato subito bloccato e sottoposto a controllo. Con l’ausilio di un’unità cinofila della Questura di Milano, gli agenti hanno effettuato una perquisizione personale e veicolare, scoprendo nel bagagliaio un vano segreto con apertura elettronica abilmente occultato dietro una centralina elettrica fittizia collegata all’impianto dell’auto.

All’interno del doppiofondo sono stati trovati cinque panetti di cocaina per un peso complessivo di 5,748 chilogrammi. La droga, una volta tagliata e rivenduta al dettaglio, avrebbe potuto generare profitti illeciti fino a un milione di euro.

Oltre allo stupefacente, è stato sequestrato anche un portafoglio con 850 euro in contanti, ritenuti provento dell’attività di spaccio.

Il 34enne è stato quindi arrestato per detenzione ai fini di spaccio e condotto, dopo le formalità di rito, presso la Casa circondariale di Lodi, su disposizione del Sostituto Procuratore della Repubblica.

All’esito del giudizio di convalida, il giudice ha disposto per lui la custodia cautelare in carcere, confermando la gravità dei fatti e l’elevata pericolosità dell’attività criminale messa in atto.

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