(Adnkronos) – Una meditazione di pace ispirata dall’arte, in questo tempo che ci parla di guerra. Undici opere riunite in una selezione ristretta, grandi capolavori di maestri dell’arte che hanno segnato l'immaginario universale, nella città – Gorizia – che insieme alla gemella Nova Gorica si è fatta laboratorio di pacificazione. Si intitola "Sul confine della pace. La grande bellezza scuote il mondo in fiamme" il percorso espositivo che si aprirà al pubblico sabato 8 novembre, nella suggestiva cornice della chiesa di San Carlo e Palazzo del Seminario a Gorizia. Ai visitatori della mostra 'parleranno' maestri che hanno fatto la storia dell'arte nel tempo, artisti come Canova e Rodin, Rubens e Gauguin, Raffaello Sanzio e Manzù. Ciascuno porterà in dote al percorso espositivo una delle proprie opere più rappresentative, e la mostra potrà contare su uno dei capolavori più iconici ed espressivi di ogni tempo in tema di pace e guerra, Guernica di Pablo Picasso, un grido lancinante contro la guerra che, attraverso la sofferenza dei personaggi – umani e animali – e mostra il volto più drammatico della violenza e della crudeltà umana. Guernica, creata nel 1937 in risposta al bombardamento della città basca cui l’opera è intitolata, sarà esposta attraverso l'ampio Cartone prodotto da Picasso nel 1955, su invito del mecenate e futuro vice presidente Usa Nelson Rockfeller, poi trasposto nell’arazzo esposto nel Consiglio di Sicurezza dell'Onu a New York. L'itinerario delle undici opere disposte "Sul confine della pace" a Gorizia resterà visitabile fino all’8 febbraio 2026, per chiudersi a un anno esatto dall’avvio di GO! 2025 Capitale Europea della Cultura. Il progetto è promosso dall’Arcidiocesi di Gorizia, in stretta sinergia con il Comune di Gorizia e con Illegio, Associazione culturale Comitato di San Floriano, a cura di don Alessio Geretti. La mostra è realizzata inoltre in collaborazione con il Ministero della Cultura, la Regione autonoma Friuli Venezia Giulia e la Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia. L'arcivescovo Carlo Roberto Maria Redaelli sottolinea come questa mostra si inserisca nel percorso intrapreso dalle Chiese di Gorizia e Koper per GO! 2025. Le due città, le due Chiese, «vogliono essere esempio per i tanti conflitti, le tante divisioni, le tante tensioni che tuttora contrappongono e dividono popoli, famiglie e persone», testimoniando che è sempre possibile «costruire percorsi di dialogo, di comprensione del punto di vista dell’altro, di rispetto delle diverse memorie, di vera riconciliazione». Aggiunge il sindaco di Gorizia Rodolfo Ziberna che «la mostra permette di riflettere attraverso l'arte sulle guerre di oggi, tutte sempre terribilmente disumane, ed entrerà nella rassegna di eventi che avranno al centro il dialogo e la pace, fra ottobre e novembre». E osserva il curatore don Alessio Geretti che «la mostra “Sul confine della pace" è un G7 dell’arte, che convoca d’urgenza i grandi della bellezza universale a un ideale tavolo di pace. Volge lo sguardo sulla condizione umana, attraversata al suo interno da confini a volte tormentati, percorre il mutare dello sguardo sulla guerra e sui confini, per secoli celebrati epicamente dalla retorica delle vittorie e degli eroismi. E considera il superamento possibile dei confini nella pace e nella riconciliazione, dentro l’uomo e tra gli uomini, abbattendo per un momento anche il confine tra chi crede e chi non crede: perché tutti sperano, di fronte ad un mondo in fiamme, o meglio tutti devono sperare insieme». (di Paolo Martini) —culturawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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