(Adnkronos) – Primo paziente operato in Italia, a Roma, con la nuova protesi all'anca di rivestimento in ceramica (ReCerf) approvata in Europa lo scorso luglio. A portare a temine l'intervento è stato uno dei massimi esperti in rivestimento dell'anca, Alessandro Calistri, specialista in Chirurgia ortopedica e traumatologica dell'anca e docente in Chirurgia protesica dell'anca della Scuola di specializzazione in Ortopedia e Traumatologia dell'Università di Roma Sapienza. "Abbiamo operato un paziente romano di 47 anni – spiega all'Adnkronos Salute Calistri – Erano anni che attendeva la possibilità di poter usufruire di questo rivestimento rivoluzionario, avendo un'allergia al nickel ed essendo quindi impossibilitato ad utilizzare il sistema di rivestimento metallo-metallo. L'intervento ha avuto uno svolgimento regolare e il paziente sarà messo in piedi domani".
Per la chirurgia dell'anca siamo di fronte ad una svolta? "Si – risponde il chirurgo – la ceramica è biocompatibile e questo permette di risparmiare osso durante l'intervento. La genesi è un brevetto che rende la ceramica porosa e la superficie integrabile perfettamente con l'osso, mentre prima serviva una sfoglia di titanio altrimenti l'osso non si integrava. Con il nuovo rivestimento salta la necessità di usare il metallo che può dare allergie e per le donne mancano misure 'piccole'. In più il rivestimento in ceramica può essere personalizzato rispetto all'anatomia della persona. Parliamo di un rivestimento che agisce sulla parte patologica dell'artrosi, la cartilagine, per cui i 3 mm di ceramica rivestono completamente l'osso dell'anca che rimane intatto. La ceramica è inerte stiamo quindi parlando della prima protesi biologica" per l'anca. L'intervento è stato realizzato al Paideia International Hospital.
Dietro questa prima operazione in Italia ci sono anni di lavoro, ricerca e sperimentazione. L'azienda che ha prodotto il rivestimento è MatOrtho e si è avvalsa della collaborazione dell'azienda Biolox specializzata proprio nella ceramica. L'impianto è stato approvato per la prima volta dalla Therapeutic Goods Administration australiana nel novembre 2024. Dal suo primo utilizzo sperimentale nel 2018, sono oltre 1.600 i pazienti che hanno ricevuto il dispositivo. "Siamo di fronte ad un punto di non ritorno: la ceramica che oggi disponiamo è più dura del ferro, non c'è più il pregiudizio che si possa rompere", chiarisce Calistri. A breve inizieranno i training promossi dall'azienda produttrice del rivestimento in ceramica, grazie ai quali i chirurghi potranno sviluppare la capacità tecnica per impiantare questo nuovo sistema. Infatti, ad oggi sono pochissimi i centri altamente specializzati che possono offrire il rivestimento in ceramica perché è necessario avere conoscenze approfondite e per lo specialista capacità più complesse. Alla luce di questo gap da colmare in Italia e all'estero, dal 17 al 21 settembre si terrà l'Ista 2025, International Society for Technology in Arthroplasty, evento che riunirà nella Capitale ingegneri e chirurghi ortopedici. I presidenti sono Stefano Gumina e Alessandro Calistri. "Sarà l'occasione per fare il punto anche su questa grande novità nel nostro campo. Dobbiamo spiegare che questo rivestimento in ceramica potrà cambiare la vita ai pazienti più giovani – assicura Calistri – La ceramica è l'unico materiale biocompatibile che abbiamo, nell'ortodonzia è già usata con successo e ha soppiantato i metalli. E' un treno che non si deve perdere", conclude. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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