#AdessoBASTA: un hashtag per tornare in classe

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“Andare a scuola, tutto sommato, non serve. Questo è quello che ci state dicendo” scriveva il Coordinamento dei comitati e delle associazioni genitori delle scuole superiori della Provincia di Bergamo quando fu comunicato lo slittamento del rientro a scuola, dopo le vacanze di Natale. Delle parole forti e provocatorie che trovano sicuramente un terreno fertile in questo nuovo inizio di settimana in rosso. La presenza in classe – almeno per i ragazzi di seconda e terza media – è stata breve, uno squarcio di normalità che è stata strappata troppo in fretta. Per altri, i più grandi, non è mai tornata. Aule silenziose, professori che si ritrovano a spiegare davanti a banchi vuoti e alunni mezzi in pigiama, davanti ad uno schermo per troppe ore.

“Non sta funzionando e ogni disillusione sulla ripresa in presenza, anche parziale ma strutturata nel tempo demotiva, avvilisce, allontana” continua il Coor.Co.Ge.Bergamo. Frasi che si sentono sempre più spesso, anche la Ministra Azzolina ha affermato che la DAD non funziona più. Prevedibile, forse. Un’azione tempestiva, per far fronte all’emergenza del momento, non può essere portata avanti all’infinito. Ed è quello che sembrano voler comunicare gli studenti che stanno manifestando nelle scuole di tutta Italia. Un grido da parte della generazione zeta, degli “sdraiati” che, forse contro ogni aspettativa della società che li ha sempre etichettati come svogliati e senza ambizioni, hanno voluto ribadire il loro bisogno di presenza. Più di tutti, più dei politici, gli studenti hanno compreso l’importanza della scuola, e gli stessi ragazzi che qualche anno fa davanti al cancello dicevano “no vabbè, io oggi non entro” e facevano dietrofront, adesso siedono davanti allo stesso ingresso, con un cartello in mano con cui chiedono di tornare dietro al loro banco.

Il Coor.Co.Ge.Bergamo ha proposto una mobilitazione per il 18 gennaio, giorno in cui le aule lombarde si svuoteranno ancora una volta. Dopo aver lanciato l’hashtag #adessoBASTA, il gruppo ha chiesto la partecipazione di ogni componente della scuola, nella forma che si preferisce, in modo poi da raccogliere e diffondere il materiale. Si sta gridando, in Italia. Si grida tramite i social, perché di persona non si può più. Si grida per tornare in classe, perché la scuola è l’attività più essenziale di tutte, visto che forma gli uomini e le donne di domani.

Maria Ducoli

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