“Quello che la musica può fare, salvarti sull’orlo del precipizio” cantava Max Gazzè nell’ormai lontano 1999 nel suo singolo di successo “Una musica può fare”. E la musica ha fatto tanto, anzi: tantissimo, nella vita – straordinaria – di Francesco Maria Gabriele Mocchi, 50 anni di Pavia, direttore di LV Gospel Project, sulla sedia a rotelle in seguito ad un incidente sportivo nel 2014, premiato sabato 25 ottobre al Santuario della Cornabusa dall’Associazione Genesis di San Pellegrino Terme con il riconoscimento “Arte e Cultura”, che sostiene l’arte nella disabilità, consegnato dal presidente dottor Giampietro Salvi e dal direttore del Coro Polifonico del Santuario della Cornabusa, Samuele Salvi.
Dopo la Santa Messa, presieduta da don Leone Messa e accompagnata dal Coro Figli di Nessuno di San Giovanni Bianco, Mocchi ha fatto visita al museo del Santuario e raccontato ai presenti la sua storia, aiutandosi con un filmato che lo mostra all’opera durante la direzione del suo coro gospel. A soli 24 anni, Francesco Mocchi diventa direttore di LV Gospel Project, rilanciando la Corale Universitaria Lorenzo Valla. Nel frattempo, anche una carriera da professionista nell’equitazione, nel salto a ostacoli. Poi, nel 2014, l’incidente mentre si allena a cavallo: l’animale inciampa su un ostacolo di 40 centimetri “un incidente banale, per me che ero abituato a superare ostacoli alti fino a 1,45 metri” ricorda Mocchi.
“Mi hanno operato d’urgenza e trasferito al Niguarda di Milano, dove però non mi sono trovato bene – racconta – Poi, fortunatamente, ho trovato la Clinica Quarenghi e il dottor Salvi con la sua equipe medica, dove, invece, ho trovato un ambiente positivo, professionale e umano. Pur di proseguire la riabilitazione con loro, mi sono trasferito in pianta stabile a San Pellegrino, dal 2015 al 2018. In quegli anni mi sono letteralmente innamorato della cittadina liberty, della Valle Brembana e delle sue persone. Inoltre, devo dire che dal punto di vista delle barriere architettoniche San Pellegrino è un vero paradiso: durante il periodo di riabilitazione, riuscivo a fare 4,5 km in carrozzina senza incontrare un ostacolo. Nel frattempo, però, dovevo garantire il mio impegno per il coro, quindi facevo spesso la spola San Pellegrino – Pavia. Nel 2019, poi, sono tornato nella mia città, dove ho ripreso l’attività di direttore del coro e quella di commercialista”.
“Oltre alle persone a me vicine, a darmi la forza in quel periodo è stato l’incarico per la Federazione Italiana Sport Equestri, a Roma, per la quale ero consigliere nazionale e, successivamente, la musica – ci racconta Mocchi – Il coro, dopo il mio incidente, aveva bisogno di me e così ho ripreso a scrivere musica. Mi ha aiutato molto”. E la fede? “Sono molto credente, lo ero prima dell’incidente e lo sono anche oggi. Il mio rapporto con la fede è molto forte e luoghi come la Cornabusa, dove sono stato premiato oggi, mi riempiono di gioia. Non conoscevo questo Santuario naturale e devo dire che ne sono rimasto impressionato. È davvero unico”.
“Quella di Francesco è una storia straordinaria e siamo davvero onorati di conferire a lui il nostro premio, un premio nato per sottolineare come l’arte possa aiutare le persone a uscire da situazione di difficoltà. La forza e l’arte di Francesco sono di ispirazione per tutti noi” dichiara il dottor Giampietro Salvi.
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