Applausi in Spagna per il baghèt di Casnigo: al Festival di Graus musica e scambi culturali

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Gratificante trasferta per una formazione del gruppo “Tèra de Baghècc” di Casnigo, che ha partecipato alla decima edizione del Festival di Graus, comune spagnolo di 3.600 abitanti situato nella comunità autonoma dell’Aragona, a d un centinaio di chilometri dal confine francese. Il pittoresco borgo pirenaico, caratterizzato dalle vie strette e tortuose e dagli edifici medioevali, ha ospitato dal 27 al 31 agosto l’Incontro internazionale di Musiche Tradizionali, capace di riunire formazioni da Bielorussia, Serbia, Huesca, Catalogna, Saragozza (Spagna) Madeira (ortogallo), Slovacchia e dai dipartimenti francesi di Arieja e Aveyron. Il quartetto della Val Gandino ha proposto nenie e brani tradizionali con le tipiche cornamuse bergamasche, di cui Casnigo è patria riconosciuta.
Della delegazione guidata da Luciano Carminati, presidente dell’Associazione culturale “Il baghèt”, facevano parte anche Paolo Colombo di Casnigo, Valentino Gambarini di Carobbio degli Angeli e il giovanissimo Lorenzo Paganelli di Alzano Lombardo, tutti cresciuti alla scuola dell’associazione casnighese. “E’ la prima volta – spiega Carminati –  che l’esperienza del baghèt entra in un festival internazionale e per noi sono stati davvero giorni indimenticabili, con concerti e incontri all’aperto, arricchiti da balli e canti spontanei. Tutto è nato nel 2020, nel periodo della pandemia, quando ho ricevuto l’invito da Sergi Llena (anima del festival di Graus) per registrare da remoto un video esplicativo dedicato al baghèt. Il suo scopo era ed è quello di far conoscere nelle scuole le cornamuse europee, tra cui il nostro baghèt. Da qui è iniziata una storia di contatti e scambi di materiali. Nel 2024, durante un suo tour in Piemonte, Sergi ha voluto conoscere dal vivo la storia del baghèt. Ha visitato Casnigo, incontrato i membri dell’Associazione e visitato i luoghi del cuore della comunità che dato i natali a Giacomo Ruggeri “fagòt”, ultimo suonatore dell’arco alpino i cui ricordi raccolti da Valter Biella hanno consentito di riscoprire l’antica cornamusa bergamasca. Il Festival e questi scambi culturali rappresentano una grande occasione internazionale per far conoscere la nostra storia in terra spagnola, dove pur nella diversità di suono la vicinanza e la somiglianza degli strumenti è notevole”.
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