Apple accusa l’UE: “Il Digital Markets Act ha portato la pornografia su iOS”

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(Adnkronos) – Apple alza i toni contro l’Unione Europea e punta il dito contro il Digital Markets Act (DMA), la legge sui mercati digitali entrata in vigore a marzo e destinata a ridisegnare il rapporto tra big tech e consumatori europei. In un documento diffuso il 24 settembre, la società di Cupertino sostiene che la normativa stia generando “conseguenze non intenzionali” che mettono a rischio la sicurezza degli utenti e riducono la qualità dei dispositivi venduti nel Vecchio Continente rispetto al resto del mondo. Secondo Apple, l’obbligo di consentire il sideloading, ossia l’installazione di applicazioni tramite store alternativi o fonti esterne, ha aperto per la prima volta la strada su iOS a categorie di app tradizionalmente escluse, come quelle dedicate al gioco d’azzardo e ai contenuti pornografici. L’azienda cita il caso di Hot Tub, applicazione distribuita tramite AltStore, come esempio di software che non avrebbe mai superato le linee guida dell’App Store ufficiale. Cupertino avverte che tali aperture mettono in pericolo i minori, ma anche gli adulti, esponendoli a rischi di frodi, malware e pratiche di fatturazione scorrette. Apple segnala inoltre che diversi servizi innovativi sono stati ritardati nel mercato europeo a causa della necessità di renderli compatibili con sistemi esterni: tra questi, Live Translation con AirPods, che consente traduzioni in tempo reale durante le conversazioni, e iPhone Mirroring, che permette di controllare il proprio smartphone direttamente dal Mac. Per l’azienda, non si tratta di semplici aggiornamenti, ma di innovazioni fondamentali che il DMA starebbe ostacolando, penalizzando gli utenti europei. Un altro punto critico riguarda la frammentazione dell’esperienza d’uso: al posto di un App Store unico e controllato, gli utenti si troverebbero a navigare tra più marketplace con regole e livelli di sicurezza differenti, aumentando il rischio di confusione e la diffusione di app contraffatte. Apple denuncia anche le richieste di accesso a dati sensibili da parte di terze parti, tra cui la cronologia completa delle notifiche e le reti Wi-Fi frequentate dagli utenti, elementi che potrebbero rivelare informazioni riservate come visite a ospedali o tribunali. L’Unione Europea, però, respinge al mittente le accuse. Il portavoce per gli affari digitali della Commissione, Thomas Regnier, ha ribadito che “non c’è alcuna intenzione di ritirare il DMA” e ha accusato Apple di opporsi da sempre a ogni singolo aspetto della normativa, mossa più da interessi economici che da reali preoccupazioni per gli utenti. Lo scontro si inserisce in un quadro già teso: ad aprile Apple è stata multata per 500 milioni di euro per violazioni legate al DMA, mentre un altro procedimento è tuttora in corso. —tecnologiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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