Prosegue con determinazione l’attività di vigilanza della Polizia Provinciale di Bergamo, impegnata nei controlli sull’attività venatoria e nella lotta al bracconaggio ai danni della fauna selvatica, in un periodo particolarmente delicato per la migrazione dell’avifauna verso sud.
Nel corso delle ultime settimane, due operazioni hanno portato a risultati significativi nel contrasto alla caccia illegale.
Il primo intervento è avvenuto a Palosco, dove gli agenti hanno individuato un richiamo elettromagnetico — dispositivo vietato — utilizzato per attrarre piccoli uccelli migratori. Dopo un appostamento, la Polizia ha sorpreso un uomo del posto mentre esercitava attività di bracconaggio in un’area privata, sparando da un capanno fisso non autorizzato con un fucile dotato di silenziatore e l’ausilio di tre richiami acustici.
Nel terreno e nell’abitazione dell’indagato sono stati rinvenuti oltre 200 proiettili, sei gabbie trappola, e diversi uccelli protetti, tra cui pettirossi, codirossi e luì piccoli, alcuni conservati nel congelatore. L’uomo è stato denunciato all’autorità giudiziaria per caccia con mezzi vietati, abbattimento di specie protette e omessa custodia di munizioni, oltre a violazioni amministrative per più di mille euro.
Il secondo intervento si è svolto a Foresto Sparso, dove gli agenti, durante un normale pattugliamento, hanno scoperto un impianto di cattura abusivo con una rete lunga otto metri. Nella rete erano rimasti imprigionati quattro pettirossi e una capinera, alcuni già morti. Dopo un appostamento, la Polizia ha fermato in flagranza di reato il responsabile, sorpreso mentre riattivava la rete.
La successiva perquisizione del casello di sua proprietà ha portato al sequestro di altre sei reti, tre merli vivi detenuti irregolarmente e 192 cartucce conservate senza licenza. L’uomo è stato denunciato per uccellagione, detenzione abusiva di munizioni e maltrattamento di animali ai sensi dell’art. 544 ter del Codice Penale, reato che prevede sanzioni da 5 a 30 mila euro.
«Per la Polizia Provinciale rimane prerogativa principale il presidio del territorio — ha commentato il Comandante Matteo Copia — operando con impegno e professionalità per la tutela della fauna selvatica, che è e deve rimanere patrimonio dell’intera collettività».
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