È stato firmato oggi il contratto nazionale della sanità pubblica 2022-2024.
Per la FP CGIL Bergamo si tratta di un accordo che, per la prima volta, fa perdere potere d’acquisto a chi lavora nella sanità pubblica.
Nel territorio bergamasco il rinnovo riguarda 8.063 lavoratrici e lavoratori.
“Gli aumenti previsti – spiega Giorgio Locatelli, segretario generale della FP CGIL Bergamo – sono del 5,7%, a fronte di un’inflazione che ha superato il 16%. È un contratto al ribasso che non tiene conto del costo della vita e che si traduce in una perdita media mensile di 172 euro. Mentre il Governo continua a imporre il tetto al salario accessorio e a frenare le assunzioni, si aggravano i carichi di lavoro e restano irrisolte questioni come la mensa o la retribuzione nei giorni di ferie.”
Secondo la FP CGIL, questo rinnovo rappresenta un arretramento economico e professionale per il personale sanitario.
“Il contratto non valorizza chi ogni giorno garantisce cura e assistenza nei nostri ospedali e nei servizi pubblici, in un sistema già in forte sofferenza. Il mancato adeguamento all’inflazione rende le professioni sanitarie ancora meno attrattive per i giovani, e incentiva la fuga di chi nel settore già lavora. La situazione del personale, già difficile nelle strutture bergamasche, rischia di diventare insostenibile”, conclude Locatelli.
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