Corbetta (Sin): “Ridurre impatto malattie neurologiche con prevenzione”

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(Adnkronos) – "Il fil rouge del Congresso è quello di mediare l’idea del Brain Health e della prevenzione, come strategia molto importante per diminuire il carico di malattia" neurologiche. "Parliamo di malattie importanti come ictus e demenze che possono essere influenzate molto dal punto di vista dell'incidenza, curando fattori di prevenzione". Così Maurizio Corbetta, presidente del 55° Congresso della Società italiana di neurologia (Sin) intervenendo sui temi al centro dell’appuntamento annuale che si conclude oggi a Padova. Accanto al tema della prevenzione, è stata discussa la questione "dei nuovi farmaci biologici. Nel caso dell'Alzheimer – illustra Corbetta – ci sono 2 molecole in approvazione dall'Ema – Agenzia europea per i medicinali e stiamo aspettando l'approvazione dell'Aifa. Ci sono, inoltre, altri farmaci che sono stati sviluppati nel campo delle malattie rare, malattie neuromuscolari, miastenia e atassia ereditarie. C'è un parterre di nuovi farmaci biologici che stiamo testando e cominciando ad usare".  Inoltre, "per fare diagnosi precoce – continua l'esperto – stiamo sviluppando metodi, come la Pet, che traccia i marcatori e le proteine anomale che si accumulano nel cervello delle persone con la malattia di Alzheimer. C’è un filone di diagnosi precoce che si basa sul neuroimaging e un altro fondato sui biomarcatori. Nuovi metodi di diagnosi precoce – sottolinea – sono fondamentali dal momento che alcune malattie degenerative, come l'Alzheimer, iniziano molti anni prima della manifestazione clinica". Il futuro, secondo il neurologo "sarà quello di fare delle campagne di screening a tappeto intorno ai 50 anni, per cercare di capire quali soggetti sono a rischio" di sviluppare queste patologie. "Correggendo i fattori di rischio", anche quelli legati agli stili di vita, rimarca, "si può abbattere del 45% il rischio di sviluppare demenza". Come fare una corretta prevenzione? "Dopo una certa età bisogna mangiare meno, perché si vive più a lungo – chiarisce Corbetta – Ci sono studi molto importanti sulla riduzione del carico calorico, in quanto quando mangiamo bruciamo energia e questi accumuli di scorie causano infiammazione sia nel corpo che nel cervello. Inoltre, è di fondamentale importanza anche l’esercizio fisico: non ci si muove abbastanza e, con l’avanzare dell’età, non è più sufficiente la camminata in città o la biciclettata, ma è necessario fare proprio training aerobico. Il terzo aspetto importante è cercare di imparare cose nuove per tenere il cervello flessibile. Da ultimo, è fondamentale stare in gruppo, in società, con gli amici, con le famiglie, perché la socialità – conclude – è una delle migliori prevenzioni per il decadimento cognitivo e per l'invecchiamento". 
—salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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