Sono passati esattamente dieci anni dalla scomparsa di Mario Bozzoli, l’imprenditore marchenese svanito nel nulla l’8 ottobre 2015. Da quella sera nessuno ha più avuto sue notizie. Mario, che gestiva insieme al fratello Adelio e ai nipoti Alex e Giacomo la fonderia Bozzoli di Marcheno, aveva telefonato alla moglie per avvisarla che avrebbe fatto tardi. Poco dopo, di lui si sono perse per sempre le tracce: la sua auto è rimasta parcheggiata fuori dall’azienda di via Gitti, ma dell’uomo nessun segno.
All’interno della fonderia, quella sera, erano presenti i nipoti Giacomo e Alex, e tre operai: Abu, Oscar Maggi e Giuseppe Ghirardini. Quest’ultimo è stato ritrovato morto il 18 ottobre 2015 in località Case di Viso a Ponte di Legno, con una capsula di cianuro nello stomaco. Per la Procura si sarebbe trattato di un suicidio.
Dopo anni di indagini e processi, nel 2024 è arrivata la condanna definitiva all’ergastolo per Giacomo Bozzoli, ritenuto colpevole di omicidio volontario e distruzione di cadavere. Secondo la ricostruzione della Corte, il nipote avrebbe ucciso lo zio e distrutto il corpo nei forni dell’azienda, con la complicità di alcuni operai presenti quella sera. Bozzoli ora si trova detenuto nel carcere di Bollate.
Entro la fine di quest’anno è attesa anche la sentenza del processo con rito abbreviato per l’operaio Oscar Maggi, accusato di concorso in omicidio. Un nuovo capitolo, dunque, in una vicenda che – a dieci anni di distanza – continua a segnare profondamente la Val Trompia e l’intera provincia di Brescia.
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