Firma per Gaza in Egitto, domani Trump in Medio Oriente. Ostaggi, è ancora incognita sui tempi

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(Adnkronos) – Nemmeno quattro ore in Israele domani per Donald Trump, poi via in Egitto per la firma sull'accordo per Gaza al vertice di pace a Sharm el-Sheikh. Cerimonia alla quale, però, Tel Aviv e Hamas non parteciperanno. Nel mezzo, l'incognita sui tempi esatti di rilascio dei rapiti che, presumibilmente e stando a quanto riportano media locali, dovrebbe avvenire in concomitanza con la presenza del tycoon in Medio Oriente. Sarà quindi breve la visita di domani di Trump nello Stato ebraico. Il presidente americano, che arriverà alle 9.20 (ora locale) e ripartirà alle 13, si fermerà meno di quattro ore per incontrare il premier israeliano Benjamin Netanyahu, le famiglie degli ostaggi israeliani e per un discorso alla Knesset, come anticipa Channel 12. Il magnate sarà accolto all'aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv da una breve cerimonia, quindi si dirigerà subito alla Knesset, dove il suo intervento è previsto per le 11. Prima incontrerà Netanyahu per un colloquio che si svolgerà nel suo ufficio in Parlamento e poi, con lui vedrà le famiglie degli ostaggi nel salone Chagall.  L’accordo su Gaza sarà quindi firmato domani pomeriggio a Sharm el-Sheikh. A siglarlo Trump e i mediatori (Egitto, Qatar e Turchia), mentre non ci sarà alcun rappresentante israeliano e di Hamas, apprende l’Adnkronos da fonti informate secondo cui l’accordo “si basa sulle lettere di principio fornite separatamente da Israele, Hamas e i mediatori". Alla cerimonia sono stati invitati tra i Paesi europei Italia ( ci sarà la premier Giorgia Meloni), Francia, Germania, Regno Unito, Spagna, Grecia e Ue. Per i Paesi arabi e islamici presenti invece Arabia Saudita, Turchia, Qatar, Emirati arabi, Egitto, Giordania, Pakistan, Indonesia. Tra i presenti, anche il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres. Secondo Barak Ravid di Axios, gli Stati Uniti avrebbero invitato, anche Giappone, Azerbaigian, Armenia, Ungheria, India, El Salvador, Cipro, Bahrein, Kuwait e Canada. Secondo una fonte citata da 'Axios', anche l'Iran sarebbe stato invitato.  Il presidente Trump e il suo omologo egiziano Abdel Fattah al-Sisi presiederanno il vertice di pace, ha quindi spiegato la presidenza egiziana. L'incontro si terrà lunedì pomeriggio "con la partecipazione di leader di oltre venti paesi", si legge nella dichiarazione. L'incontro avrà l'obiettivo di "porre fine alla guerra nella Striscia di Gaza, intensificare gli sforzi per raggiungere la pace e la stabilità in Medio Oriente e inaugurare una nuova era di sicurezza e stabilità regionale". Resta intanto un'incognita l'orario preciso del rilascio dei rimanenti 20 ostaggi vivi ancora trattenuti nella Striscia di Gaza e la dinamica del loro trasferimento coordinato dalla Croce rossa internazionale. Quello che sembra ormai certo, è che l'attuazione della prima fase del piano è attesa per domani mattina e non nella notte tra domenica e lunedì, come spiegato a Channel 12 da fonti israeliane.  Secondo il primo punto dell'accordo fra Hamas e Israele per la tregua a Gaza, gli ostaggi devono essere rilasciati entro le 12.30 di lunedì (ora locale). "Ma a Israele non sono chiari tutti i dettagli sui tempi", ha poi spiegato una fonte, precisando che l'incertezza scaturisce dai preparativi logistici da parte di Hamas e non da uno slittamento intenzionale. Sarà solo poche ore prima dell'effettivo rilascio che si potrà quindi stabilire l'ora precisa.  Gli ostaggi saranno portati via o tutti insieme, dopo che saranno stati riuniti in un unico punto della Striscia – come sembra preferire Hamas in questo momento – o con trasferimenti multipli simultanei da ognuno dei punti in cui saranno rilasciati.  "In base all'accordo firmato, lo scambio di prigionieri inizierà lunedì mattina come concordato e non ci sono nuovi sviluppi al riguardo", ha dichiarato Osama Hamdan, alto funzionario di Hamas, in un'intervista all'Afp. Dopo il ritorno dei prigionieri da Gaza, Israele procederà quindi al rilascio di circa 2.000 detenuti palestinesi dalle sue prigioni, secondo i termini della prima fase dell'accordo di cessate il fuoco firmato dalle due parti con la mediazione degli Stati Uniti. Anche il coordinatore israeliano per gli ostaggi e le persone scomparse, Gal Hirsh, ha detto alle famiglie dei rapiti che i funzionari israeliani stimano che il processo di rilascio inizierà lunedì mattina. "A partire da venerdì alle 12 è iniziato il conteggio delle 72 ore in base all'accordo", ha scritto Hirsh nel suo messaggio alle famiglie secondo quanto riferisce Haaretz. "In base all'accordo gli ostaggi vivi ci saranno consegnati e ci aspettiamo che i resti degli ostaggi ci vengano restituiti". Hirsh ha aggiunto che i preparativi per ricevere gli ostaggi sono stati completati. Secondo Hirsh, il team internazionale incaricato di localizzare i corpi degli ostaggi che non vengono restituiti inizierà il suo lavoro dopo le prime 72 ore. "Chiediamo, ci aspettiamo e stiamo lavorando per garantire uno sforzo al 100% da parte di Hamas, con l'assistenza della forza internazionale, per adempiere al compito e riportare tutti gli ostaggi deceduti sul suolo israeliano", ha scritto. Il presidente americano ha assicurato ieri che Hamas sta radunando gli ostaggi da liberare, con alcuni che si trovano "in posti abbastanza difficili". Trump si è detto convinto che il cessate il fuoco reggerà perché Israele e Hamas "sono stanchi di combattere". Intanto anche il servizio penitenziario israeliano ha iniziato il trasferimento dei detenuti palestinesi di massima sicurezza che dovranno essere rilasciati nell'ambito dell'accordo. Secondo quanto riporta la televisione Kan, guardie carcerarie e membri dell'unità di élite Nahshon stanno trasferendo da diverse prigioni nel penitenziario di Ketziot i detenuti che saranno rilasciati a Gaza attraverso il valico di Rafah. Mentre quelli che saranno rilasciati in Cisgiordania vengono trasferiti nella prigione di Ofer, spiega l'emittente. Ecco chi sono gli ultimi 20 ostaggi israeliani (presumibilmente) vivi: – Il Sottufficiale Matan Angrest, 22 anni, è stato catturato a bordo del suo carro armato ai margini della Striscia di Gaza dopo aver tentato di impedire l'infiltrazione di commando di Hamas vicino alla base di Nahal Oz. Gli altri tre membri dell'equipaggio del carro armato sono stati uccisi e i corpi di due di loro sono a Gaza. In un video diffuso dalla sua famiglia nell'aprile 2025 si vede il momento in cui viene prelevato dal suo carro armato e linciato. – Gali e Ziv Berman, 28 anni, sono gemelli e sono stati rapiti nel quartiere giovanile del kibbutz Kfar Aza, incendiato dai commando di Hamas. I due fratelli lavoravano insieme in ambito musicale. I genitori e il fratello maggiore sono sopravvissuti all'attacco. – Elkana Bohbot, 36 anni, era uno dei produttori del Nova Festival, insieme ai suoi amici Michael e Osher Waknin, uccisi il 7 ottobre insieme a quasi 370 persone che partecipavano al festival. Un video che lo ritrae ammanettato e ferito al volto mentre viene portato via dai suoi rapitori. E' sposato con una donna israeliana di origine colombiana, Rebecca Gonzalez. Padre di un figlio, viveva a Mevasseret Tzion, vicino a Gerusalemme. Il presidente colombiano Gustavo Petro gli ha concesso la cittadinanza colombiana nel novembre 2023. Sua moglie a metà febbraio ha ricevuto una "prova di vita" da Ohad Ben Ami, un ex ostaggio rilasciato l'8 febbraio e trattenuto insieme al marito. A maggio è apparso in un video diffuso da Hamas, insieme a un altro ostaggio, Yossef-Haim Ohana. – Rom Braslavski, 21 anni, originario di Gerusalemme e anche cittadino tedesco, si occupava della sicurezza al festival Nova. I sopravvissuti hanno raccontato che è rimasto sul posto per aiutare numerosi partecipanti al festival durante l'attacco, rimanendo ferito a entrambe le mani durante l'attacco. Nell'agosto scorso la Jihad Islamica ha pubblicato un video che mostra Braslavski parlare sotto costrizione, molto debole ed emaciato. – Il soldato Nimrod Cohen, 21 anni, era di stanza il 7 ottobre 2023 vicino al kibbutz di Nahal Oz con la sua unità di veicoli blindati. E' stato tirato fuori dal suo carro armato, che era in panne, dai miliziani insieme ad altri tre membri dell'equipaggio, secondo i video diffusi da Hamas. I suoi tre compagni di unità, Omer Neutra, Oz Daniel e Shaked Dahan, sono morti il 7 ottobre e i loro corpi sono stati portati a Gaza. Nimrod Cohen è di Rehovot, a sud di Tel Aviv. I suoi genitori, Yehouda e Viki Cohen, partecipano a tutte le manifestazioni con cartelli e foto che chiedono il rilascio degli ostaggi. – David e Ariel Cunio, 35 e 28 anni, sono due fratelli israelo-argentini rapiti insieme alla loro famiglia allargata mentre si nascondevano nella stanza di sicurezza nel kibbutz Nir Oz. Per liberarli, gli aggressori hanno appiccato il fuoco alla casa. La loro era la famiglia con il maggior numero di ostaggi, otto. Sharon Aloni Cunio, 34 anni, moglie di David Cunio, e le loro figlie gemelle di tre anni, così come Danielle Aloni, 44 anni, sorella di Sharon Aloni Cunio, e la figlia di cinque anni, sono state rilasciate durante la tregua del novembre 2023. La fidanzata di Ariel Cunio, Arbel Yehoud, 28 anni, è stata rilasciata il 30 gennaio. Il regista israeliano Tom Shoval ha presentato il film "Lettera a David" alla Berlinale a febbraio, un omaggio a David Cunio. – Evyatar David, 24 anni, è stato rapito al Nova Film Festival con il suo amico d'infanzia Guy Gilboa Dalal, che si presume sia ancora vivo nella Striscia di Gaza. La sua famiglia è di Kfar Saba, nel centro di Israele. Appassionato di musica, stava lavorando in un bar per raccogliere soldi per un viaggio in Thailandia. Nell'agosto 2025 Hamas ha pubblicato un video che mostrava Evyatar David gravemente malnutrito e visibilmente indebolito. – Guy Gilboa Dalal, 24 anni, stava partecipando al suo primo rave party con tre amici quando è stato rapito al festival Nova. La sua famiglia ha saputo del rapimento dopo aver visto un video di lui e del suo migliore amico, Evyatar David, legati in un tunnel a Gaza. Guy Gilboa Dalal ed Evyatar David sono stati visti in un video di Hamas a febbraio, mentre assistevano a una delle cerimonie di rilascio degli ostaggi a Gaza prima di essere chiusi in macchina, implorando di essere rilasciati. Appare in un video di Hamas il 5 settembre. Viene filmato con un altro ostaggio, Alon Ohel, in un tunnel. – Maxim Herkin, 37, è un russo-israeliano che vive a Tirat Carmel, nel nord di Israele, ed è padre di una bambina di cinque anni che vive con la madre in Russia. E' immigrato con la madre dall'Ucraina. Nella primavera del 2025, il braccio armato di Hamas ha pubblicato un video in cui Herkin appare sdraiato, con la testa e il braccio sinistro coperti da bende con macchie marroni. – Eitan Horn, 39 anni, è stato rapito dalla casa del fratello maggiore Yair Horn nel kibbutz Nir Oz. Anche lui rapito il 7 ottobre, il fratello diabetico è stato rilasciato nel febbraio 2025. Prima del rilascio del fratello maggiore, i due fratelli erano stati tenuti prigionieri insieme. La famiglia Horn era emigrata dall'Argentina anni prima. Educatore, Eitan Horn ha lavorato a lungo con diversi movimenti giovanili, per i quali ha prestato servizio in Perù. – Segev Kalfon, 27 anni, vive a Dimona (sud), lavorava con il padre nel panificio di famiglia ad Arad, nel deserto del Negev. E' stato rapito dal festival Nova, mentre si nascondeva in un cespuglio lungo la Route 232, che collega i kibbutz al confine con Gaza, come ha testimoniato un suo amico. Uno degli ostaggi rilasciati a febbraio ha raccontato di essere stato tenuto prigioniero con lui per un certo periodo. – Bar Kuperstein, 23 anni, prima di essere rapito al festival Nova ha salvato i partecipanti al festival che erano stati colpiti. Medico dell'esercito, non era in servizio quel giorno, ma faceva parte dello staff del festival. I video che lo mostrano legato poco dopo il suo rapimento. E' di Holon, vicino a Tel Aviv. Suo padre, Tal Kuperstein, paramedico volontario, è rimasto disabile, incapace di parlare o muoversi, a seguito di un incidente. – Omri Miran, 48 anni, massaggiatore con nazionalità anche ungherese, è stato rapito dal kibbutz Nahal Oz, dove viveva, in presenza della moglie Lichay Miran-Lavi e delle loro due figlie piccole, lasciate libere. Suo padre, Dani Miran, si sta facendo crescere la barba in attesa del ritorno del figlio, dopo averlo visto con la barba in un video pubblicato da Hamas nell'aprile 2024, convinto che se suo figlio non può radersi, non si raderà nemmeno lui. Parlando sotto costrizione, Miran ha descritto in un video "una situazione difficile" a causa dei "numerosi bombardamenti israeliani" sulla Striscia di Gaza.  
—internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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