Gaza, l’Onu insiste: carestia causata da aiuti “limitati e compromessi”. Israele: “Ritratti”

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(Adnkronos) – "La carestia a Gaza è dovuta alle consegne di aiuti che sono limitate e compromesse". Ad affermarlo è stata oggi, mercoledì 27 agosto, Joyce Msuya, assistente del segretario generale delle Nazioni Unite per gli affari umanitari e vice coordinatrice degli aiuti d'emergenza, intervenendo al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. 
"Oltre mezzo milione di persone attualmente rischiano la fame, l'indigenza e la morte a Gaza", ha affermato aggiungendo che "entro la fine di settembre, quel numero potrebbe superare i 640.000. Praticamente nessuno a Gaza è immune dalla fame”, ha detto Msuya. La funzionaria dell'Onu ha spiegato che la carestia è stata il risultato di oltre 22 mesi di consegne limitate e compromesse di aiuti umanitari disperatamente necessari, di un sistema sanitario indebolito, di scarse condizioni igienico-sanitarie e di mancanza di rifugi adeguati, riporta l'emittente Al Jazeera. Israele continua a respingere le accuse e ha chiesto all’Integrated Food Security Phase Classification Initiative (Ipc), l'ente di monitoraggio della fame sostenuto anche dall’Onu, di "ritrattare immediatamente" e notificare l'atto che determinava la presenza di carestia in parti della Striscia di Gaza. Ad annunciarlo in conferenza stampa è stato il direttore generale del ministero degli Esteri israeliano, Eden Bar Tal, anticipando che Tel Aviv condividerà "prove" relative alla cattiva condotta nella preparazione del rapporto con i donatori dell’Ipc, se l’organizzazione non darà seguito "in breve tempo" alla richiesta. Bar Tal ha anche definito l'ente "politicizzato", accusandolo di "lavorare per una malvagia organizzazione terroristica". Tra i partner mostrati sul sito dell'ente c'è anche l'Unione europea. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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