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Palazzo Gallio, a Gravedona, ha ospitato ieri pomeriggio l’incontro pubblico organizzato dall’Asst Valtellina e Alto Lario, in collaborazione con la Comunità Montana Valli del Lario e del Ceresio, per presentare al territorio, amministratori pubblici, medici di Medicina generale, associazioni e cittadini, l’attività dell’Azienda, e in particolare l’offerta diagnostico-terapeutica in ambito oncologico e radioterapico. In apertura, il direttore generale Monica Fumagalli ha informato sulla realizzazione dell’Ospedale di Comunità e della Casa di Comunità, i cui lavori sono iniziati nel giugno scorso, e condiviso la volontà di seguire il percorso della Medicina di prossimità, che significa vicinanza fisica ma anche possibilità di accedere ai servizi a distanza, limitando i disagi degli utenti e ponendo il paziente al centro. Si è quindi soffermata sul progetto degli Ambulatori di Oncologia e Radioterapia: «Abbiamo attivato le procedure per l’apertura e, una volta ottenute le necessarie autorizzazioni, saranno operativi nei locali che abbiamo a disposizione. L’iter si completerà nei primi mesi del 2025. Grazie alla dotazione strumentale all’avanguardia, al livello dei più importanti centri ospedalieri, e alla presenza di personale qualificato, guidato dai due direttori, il dottor Alessandro Bertolini per l’Oncologia e il dottor Claudio Barbonetti per la Medicina nucleare e Radioterapia oncologica, siamo in grado di offrire un servizio di eccellenza per la diagnosi e la cura dei tumori». L’incontro è stato aperto dal presidente della Comunità Montana Valli del Lario e del Ceresio Mauro Robba che, a nome degli amministratori pubblici, ha ringraziato la Direzione strategica di Asst Valtellina e Alto Lario per l’attenzione riservata al territorio e per i servizi offerti, seppure in presenza di una situazione non facile a livello nazionale in ambito sanitario.

È toccato al direttore sanitario Anna Maria Maestroni introdurre gli interventi del dottor Bertolini e del dottor Barbonetti: «L’Oncologia non è più la disciplina del singolo ma è di molti – ha detto -: la multidisciplinarietà è un tratto distintivo del nostro servizio, con professionisti preparati che sanno lavorare insieme nell’interesse del paziente». Il dottor Bertolini ha introdotto il concetto di “Cancer center diffuso”, a evidenziare la naturale attitudine alla prossimità, soprattutto in un territorio esteso e a bassa densità abitativa. Gli Ospedali e i servizi territoriali sono uniti per rispondere al bisogno di salute della comunità: una potenza di fuoco con 12 strutture dedicate e altre 10 a supporto. Il percorso di cura multidisciplinare prevede riunioni con cadenza settimanale tra i medici specialisti per ottimizzare il percorso diagnostico-terapeutico. Con l’attivazione dell’Ambulatorio di Oncologia i numerosi pazienti della zona seguiti a Sondrio verranno curati a Dongo, evitando loro i lunghi trasferimenti. Il dottor Barbonetti ha presentato l’offerta di Asst Valtellina e Alto Lario in termini di dotazione strumentale, in larghissima parte rinnovata e implementata in anni recenti, dalle apparecchiature radiologiche a quelle in uso alla Medicina Nucleare e Radioterapia. Nel 2023 sono state effettuate 12.332 Tac, 9620 Risonanze magnetiche nucleari, 21.600 ecografie, 953 Pet, 914 Scintigrafie, 2140 Densitometrie ossee e 529 prime visite. I tempi di attesa sono pari a zero e ogni paziente viene preso in carico nell’immediato. Il dottor Barbonetti ha anche introdotto i temi legati alla telemedicina sviluppati, nell’intervento successivo, dal direttore sociosanitario Roberta Trapletti.

La telemedicina consente di erogare prestazioni sanitarie a distanza mettendo in collegamento medico e paziente, eventualmente assistito da personale sanitario, oppure medici e personale sanitario tra loro. Tra le prestazioni figurano il teleconsulto, per l’indicazione di diagnosi o per la scelta di una terapia, la televisita, con il medico che interagisce a distanza con il paziente, il telemonitoraggio, che prevede la gestione di parametri vitali e l’interpretazione dei relativi dati, la telerefertazione, che consiste nella redazione di un referto da parte di uno specialista a distanza. Grazie a risorse economiche messe a disposizione dalla strategia Aree interne e dallo Stato, si stanno attivando sperimentazioni a Dongo e a Chiavenna, coinvolgendo i medici specialisti di Asst e i medici di Medicina generale che operano sul territorio. «Questo diventa un territorio pilota – ha sottolineato il direttore sociosanitario Trapletti -: il nostro obiettivo è di garantire a tutti i cittadini le stesse opportunità. Contiamo di effettuare le prime televisite, partendo da Cardiologia e Pneumologia, a febbraio. Sperimentiamo qui questo nuovo modello di telemedicina per poi applicarlo anche negli altri Distretti».

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