I Dubiensky salvati a Gandino: dagli anni cupi alla nascita del Coro Idica

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La comunità di Gandino ha scritto pagine importanti negli anni cupi della persecuzione nazifascista contro gli Ebrei, salvando decine di uomini, donne e bambini dalla deportazione nei campi di concentramento e da morte sicura. Lunedì 27 gennaio alle 20.45, nell’Auditorium della Biblioteca Comunale a ricordare quegli anni e quel contesto sarà la serata “Quando la Memoria diventa melodia”, organizzata dall’Amministrazione Comunale.
In paese, nel 2005, lo Stato d’Israele riconobbe a sei cittadini del Comune della Val Seriana il titolo di “Giusti tra le Nazioni”. Si tratta di Bortolo e Battistina Ongaro (coniugi che ospitarono la famiglia Loewi) Vincenzo Rudelli (al tempo sindaco di Gandino) e Giovanni Servalli (impiegato comunale) che provvedevano per i documenti di copertura e i coniugi Francesco Lorenzo e Maria Chiara Carnazzi Nodari, che ospitarono successivamente i Loewi nella cascina di Prat Serval. A perorare la concessione del titolo (unico assegnato dallo Stato Ebraico) fu Marina Loewi Zinn, morta negli Usa nel 2017 e salvata a Gandino poco più che bambina. Quel riconoscimento aprì per molte famiglie il libro dei ricordi, gelosamente custoditi, e l’anno successivo lo storico locale Iko Colombi raccolse testimonianze relative a non meno di 40 Ebrei salvati in paese e nelle cascine sui monti.
Da quegli archivi e grazie al volume “Ebrei a Bergamo, 1938-1945” di Silvio Cavati, emerge ora la storia della famiglia Dubiensky, che sui documenti divenne “Damiani”. Jeckiel Dubiensky fu confinato a Gandino nel 1942 e poi raggiunto dalla moglie Clara Lowesohn e dai figli Kurt (nato nel 1923) e Rita (1925). Provenivano da Vienna e ad ospitarli furono i coniugi Tommaso Crotti e Fede Archetti, vicino alle scuole elementari. Furono poi costretti a nascondersi presso la Colonia Rudelli (nell’area di Valpiana) e nell’area del Campo d’Avene. Nel 1948, a tre anni dalla Liberazione, Jeckiel firmò a nome degli “Ebrei di Gandino” una pergamena di ringraziamento al sindaco Zilioli. Il figlio Kurt si sposò a Rovetta con Caterina Colombo e si stabilì in Valle Seriana. Nel 1957 fu il fondatore del Coro Idica a Clusone, di cui è stato direttore fino al 1994. A lui si deve la scrittura di gran parte del repertorio del Coro, presieduto oggi da Simona Visinoni e diretto da Gianlorenzo Benzoni. Una formazione che ha cantato in tutto il Mondo: Israele (per quattro volte nel 1964, 1967, 1973 e 1979), Messico, Stati Uniti d’America, Brasile, Thailandia, Argentina, Russia, Bulgaria, Olanda, Grecia, Spagna, Slovacchia, Libano, Lettonia e Lituania. Nel 2025 sarà in Croazia. La serata gandinese, moderata dal giornalista Giambattista Gherardi, proporrà testimonianze e contesto storico grazie agli interventi di Silvio Cavati, ma anche alcune esecuzioni di brani da parte del Coro Idica. Fra gli altri saranno eseguiti due brani in lingua ebraica e celeberrimi successi dedicati alla Val Gandino, a Clusone e alla Madonnina dei Campelli. La serata è ad ingresso libero.

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