IA e rete professionale: le nuove leve strategiche per la competitività delle PMI italiane

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(Adnkronos) – Le PMI italiane stanno entrando in una fase decisiva, dove l’Intelligenza Artificiale si conferma il motore che sta trasformando lavoro, ambizioni e modelli di crescita in un contesto in cui la fiducia è diventata un vantaggio competitivo determinante. È quanto rivela il nuovo Work Change Report di LinkedIn, che analizza i segnali emergenti da oltre 18 milioni di piccole e medie imprese presenti sulla piattaforma a livello globale.  Dall’indagine emerge un dato chiave che sottolinea l'accelerazione dell'imprenditorialità: a livello globale, il numero di membri che ha aggiunto la parola "founder" al proprio profilo è cresciuto del 60% da luglio 2024 a luglio 2025, raddoppiando rispetto al 2022 nei dieci mercati analizzati, e in Italia questo trend trova terreno fertile, con quasi 4 dipendenti su 10 (39% delle piccole imprese) che affermano che l’ascesa dell’AI li ha spinti a prendere in considerazione percorsi imprenditoriali prima inesplorati.  L’IA oggi è già realtà per l’85% delle piccole imprese nei mercati globali e la vera sfida non è più "se" adottarla, ma quanto velocemente farlo, tanto che l’IA viene definita il grande equalizzatore capace di permettere ai brand più piccoli di competere con player più grandi e attivi su fette di mercato prima considerate inaccessibili, un'opportunità confermata dal 70% dei responsabili marketing delle PMI italiane.    Non è un caso che in Italia, il 56% dei lavoratori nelle piccole imprese ritiene che l’IA migliorerà la propria vita lavorativa quotidiana, con il 22% dei dipendenti italiani che dichiara di utilizzarla autonomamente per attività avanzate (strategia complessa, analisi dati, AI Agents), e il 31% per attività quotidiane come scrittura email, sintesi o ricerca. L’accelerazione non riguarda solo l’aspetto quantitativo dell'adozione tecnologica, ma anche le competenze, con le skill IA per dipendente nelle aziende con 11-50 dipendenti che sono cresciute del 54% anno su anno, contro il 39% delle grandi aziende (1001+ dipendenti), una crescita sostenuta dal 44% dei dipendenti nelle piccole imprese che sta imparando grazie alla formazione aziendale; tuttavia, il 36% dei professionisti nelle piccole imprese italiane non sa quali competenze, oltre all’IA, saranno determinanti per la crescita della propria carriera.    
In questo scenario, Marcello Albergoni, Country Manager di LinkedIn Italia, commenta: “L’IA oggi è una tecnologia che sta accrescendo tanto il potenziale delle persone, quanto le possibilità di successo delle piccole e medie imprese, ma il vero elemento ‘rivoluzionario’ non è l’accesso in sé alla tecnologia o a ciò che essa produce: serve la capacità di usarla, di interpretarne la potenza e di farlo con discernimento; per le piccole imprese l’IA non è più una scelta opzionale ma una corsa aperta: a fare la differenza non è solo l’adozione ma la velocità, la maturità e, specialmente, le competenze con cui si sale a bordo.” Con l’aumento esponenziale dei contenuti generati dall’IA (dall’AI slop arrivando ai contenuti costruiti "frettolosamente" e privi di autenticità), distinguersi diventa essenziale, tanto che il 77% dei marketer delle piccole imprese italiane concorda che, proprio a causa dell’IA, è ancora più importante guidare con voci umane reali, con la fiducia che emerge come il nuovo driver della reputazione. Il 64% dei marketer italiani afferma che oggi le persone non accettano più le informazioni "per buone", ma le verificano attraverso le proprie reti professionali e sociali, con le tre voci che più alimentano fiducia nei brand delle piccole imprese italiane risultano essere i clienti e partner 56%, gli esperti e leader del settore 45% e i creator e influencer 44%. Infine, le relazioni professionali sono la nuova valuta competitiva, con la propria rete di connessioni che conta sempre di più, rappresentando un motore tangibile di crescita: dalla generazione di lead alle decisioni di assunzione, fino al supporto nei momenti critici. In Italia, le fonti più rilevanti per i professionisti delle piccole imprese, quando si tratta di consigli per orientarsi verso nuove scelte strategiche, sono le reti professionali 40% e gli amici e famiglia 37%, superando i motori di ricerca 27% e i leader di settore 26%; tuttavia, da un punto di vista di rete, i contatti possibili sembrano essere meno per chi lavora in realtà più piccole, con i professionisti italiani collocati in imprese con meno di 50 dipendenti che registrano un tasso di crescita del proprio network dell’8% anno su anno, contro il 10% di chi lavora in una grande azienda.  
—tecnologiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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