Israele-Iran, delegazioni Gaynet bloccate a Tel Aviv: 4 italiani in hotel bunker

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(Adnkronos) – Sono quattro gli italiani nella delegazione Lgbt europea Gaynet, bloccata a Tel Aviv a tempo indeterminato da venerdì, dopo essere arrivata in Israele il 9 giugno su invito del ministero degli Esteri israeliano per visitare il Paese. E ora, con il conflitto in corso con l'Iran e lo spazio aereo chiuso, restano in un hotel dotato di bunker in attesa di poter tornare a casa. Con loro, una rappresentante dell'ambasciata israeliana di Roma, che li accompagnava, e le delegazioni dal Nord America, dal Sudamerica, dal Centro America e dall'Australia. "Siamo in tutto un centinaio", racconta all'Adnkronos Marco Volante della segreteria di GayNet e socio di Sinistra per Israele.  "Non sappiamo per quanto tempo ancora dovremo rimanere qui. Stanno lavorando come matti per cercare, oltre che di proteggerci, di riportarci a casa", assicura Volante, "ma siamo, credo, nel posto più sicuro che ci sia nei dintorni". Un hotel vicino al mare, dotato di bunker. "Possiamo uscire, andiamo in piscina, in spiaggia e la sera al pub di fronte all’albergo, facciamo una vita quasi normale" tranne quando arrivano i missili, "ma noi siamo chiusi nel bunker e incrociamo le dita", dice ancora. "I bombardamenti li sentiamo, sono forti", continua, spiegando che tutti loro ricevono, grazie a un'applicazione, messaggi sul telefono con tre livelli di allarme: "Il primo ci dice che non possiamo più stare troppo lontani dal bunker, il secondo dice 'preparatevi ad entrare nel bunker', il terzo che abbiamo un minuto per entrare nel bunker. Quando scatta la sirena, si va nel bunker".  Della sua esperienza non rimpiange nulla, anzi: "E' stata molto importante, non ero mai stato in Israele e ne sono emozionato. Dopo la visita iniziale a Gerusalemme, gli incontri con i gruppi Lgbt, siamo stati anche nelle zone del disastro del 7 ottobre e abbiamo potuto incontrare una ragazza sopravvissuta che ci ha raccontato, emozionandoci tantissimo, quello che è successo quel giorno. Poi siamo arrivati a Tel Aviv ed è scoppiata la guerra sono partiti gli attacchi e ci siamo chiusi in albergo…" —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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