Luigi Zeziola compie 100 anni: l’ANMIG lo celebra con una targa e una medaglia d’oro

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È stata una cerimonia tenutasi in presenza di pochi intimi quella che ieri pomeriggio ha visto il Cavalier Luigi Adolfo Zeziola insignito con una targa celebrativa e una medaglia d’oro per il suo impegno pluridecennale in qualità di economo e memoria storica dell’Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi di Guerra. Per l’occasione, il Presidente regionale ANMIG gli ha scritto una lettera di ringraziamento.

Nato il 21 dicembre 1920 a Darfo Boario Terme, figlio unico, Luigi iniziò prestissimo a lavorare all’ex Ilva di Darfo, poi Italsider, per aiutare economicamente la madre, Antonietta Zeziola. Fino a quando, nell’ottobre del 1939, una cartolina gli giunse con l’ordine di presentarsi al Distretto Militare di Brescia per il periodo di ferma militare. Seguì il trasferimento a Fano, dove fece una cosa che si rivelò per lui fondamentale nella vita: seguire un corso per utilizzare la radio. Radio che lo accompagnò negli anni a venire e che, nell’estate del 1943, gli salvò la vita in Albania.

Arruolato come fante del Reggimento 94° Fanteria divisione Messina, nel 1943 si trovava in Montenegro in una zona montana. Intorno alle 4 del mattino di un giorno d’estate un aereo tedesco sorvolò la zona per scovare i partigiani: per farsi riconoscere, il Reggimento 94° Fanteria stese un telo rosso con il numero 94. Su una vetta più alta, grazie a del materiale rubato da degli alleati presi in ostaggio, i partigiani distesero lo stesso telo con il medesimo numero. In confusione, il pilota tedesco sganciò una prima bomba a vuoto sui partigiani, e un’altra su quelli che in quel momento erano i suoi alleati, uccidendone 4 e ferendone 21. Tra questi Zeziola, che però, grazie alla radio, riuscì a ripararsi dalle schegge, restando ferito alla mascella e all’orecchio.

Insieme ai feriti venne trasferito al primo ospedale da campo, a Siracusa, dove passò un mese prima di riprendere conoscenza. Quindi il ritorno a Brescia e poi, finalmente, nella sua terra, dove riprese il suo lavoro e si distinse egregiamente per le sue capacità che gli valsero numerose promozioni. Ieri è stata una cerimonia intima anche a causa dell’emergenza sanitaria che non ha permesso di riunirsi numerosi per fargli gli auguri, ma Luigi, circondato dall’affetto di 5 figli, 4 nipoti e 6 pronipoti, ben sa quanto la comunità gli sia grata per il lavoro svolto. Tanti auguri Luigi: altri cento di questi anni.

F.M.

 

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