Microsoft, proteste a Redmond e irruzione nell’uffico del presidente: il video

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(Adnkronos) – Un pomeriggio insolito per la sede centrale di Microsoft a Redmond, dove martedì un gruppo di attivisti è riuscito a entrare in uno degli edifici del campus e a organizzare un sit-in direttamente nell’ufficio del presidente Brad Smith. Poche ore dopo, lo stesso Smith ha convocato una conferenza stampa improvvisata, trasmessa anche in streaming, scegliendo di parlare proprio dal suo ufficio appena liberato. Seduto sul bordo della scrivania, ha ammesso: “Ovviamente, questa è stata una giornata fuori dall’ordinario”. Gli attivisti appartengono al collettivo No Azure for Apartheid, che già in altre occasioni aveva interrotto presentazioni pubbliche di Microsoft per contestare i contratti con il governo e l’esercito israeliano. La protesta di martedì ha avuto come protagonisti sette persone, tra cui due dipendenti dell’azienda e alcuni ex lavoratori. Secondo quanto riferito da Smith, sono intervenuti gli agenti della polizia di Redmond per rimuovere i manifestanti. Il presidente di Microsoft ha voluto precisare che “quando sette persone entrano in un edificio, occupano un ufficio, bloccano l’accesso ad altri dipendenti, piazzano dispositivi di ascolto — anche in forma rudimentale, come telefoni nascosti sotto i divani o dietro i libri — non è accettabile. Quando viene chiesto loro di andarsene e rifiutano, non è accettabile”. Smith ha ricordato che l’azienda ha avviato a inizio mese un’indagine interna dopo un’inchiesta del Guardian secondo cui la piattaforma cloud Azure sarebbe utilizzata per operazioni di sorveglianza sui palestinesi. “Non condividiamo tutte le conclusioni di quel report, ma alcune meritano di essere approfondite. Stiamo lavorando ogni giorno per arrivare in fondo alla vicenda, e ci riusciremo”, ha dichiarato. Tra i presenti alla protesta figurano i dipendenti Microsoft Riki Fameli e Anna Hattle, oltre agli ex lavoratori Vaniya Agrawal, Hossam Nasr e Joe Lopez. Un portavoce del collettivo ha ribadito nelle scorse ore la richiesta di interrompere ogni contratto di fornitura tecnologica con Israele, sottolineando che l’azione di martedì è solo l’ultima di una serie di iniziative destinate a proseguire. —tecnologiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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