Nelle valli è scoccato il tempo delle mele, superfici coltivate raddoppiate in 10 anni

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Nella Bergamasca c’è un interesse crescente verso la coltivazione professionale delle mele.  “Negli ultimi dieci anni – precisa Coldiretti Bergamo – le superfici dei meleti nella nostra provincia hanno fatto registrare un vero  e proprio boom e sono passate dai circa 11 ettari del 2006 ai circa  23 ettari dl 2016, su un totale regionale di 1.546 ettari. Stiamo parlando  di numeri ancora contenuti, ma la tendenza è netta”.

Giovanni Locatelli dell’azienda agricola “Il Giardino della Frutta” di Corna Imagna racconta che nella sua azienda si coltivano mele da quattro generazioni e solo negli ultimi cinquant’anni sono passati ad una produzione intensiva. “La nostra è un’azienda di tipo familiare – dice – su circa 2,5 ettari di terreno coltiviamo soprattutto le varietà  Royal gala, Golden, Stark, Renetta, Ruggine, Fuji, Morghen e altre. Siamo in conversione biologica e il prossimo anno avremo la certificazione. Le mele che raccogliamo in parte le vendiamo direttamente in azienda o sui mercati e in parte le trasformiamo in succhi o in confettura.  Purtroppo quest’anno il raccolto sarà molto scarso perché le gelate primaverili e alcune grandinate hanno causato danni significativi”.

L’andamento anomalo del clima non ha risparmiato la produzione delle mele. A provocare i danni maggiori sono state soprattutto i repentini abbassamenti di temperatura durante la tarda primavera che hanno compromesso lo sviluppo dei  frutti. I risultati finali si vedranno però al termine della raccolta, che in alcune realtà, è iniziata proprio in questi giorni.

Sta credendo e investendo nella coltivazione delle mele anche l’azienda Fustinoni Annibale di Sedrina.  Ornella Capelli, che con il marito Annibale e i figli Ivan e Silvia  porta avanti l’attività aziendale che conta anche un allevamento di bovini e suini e di un macello autorizzato CEE,  racconta che hanno intrapreso questa strada cinque anni fa grazie a due meli regalati da alcuni amici della Val di Non “ Ora abbiamo 900 alberi di mele  – spiega – e abbiamo in programma di piantarne altri. Parte del raccolto lo vendiamo direttamente nei mercati di Campagna Amica o in azienda, il resto invece lo trasformiamo in succo e aceto di mele, due prodotti che i nostri clienti apprezzano molto”.

Anche per molti giovani che stanno tornando all’agricoltura sembra essere scoccato “il tempo delle mele”. Chi si avvicina a questa coltivazione infatti intravede le innumerevoli possibilità di trasformazione di questo frutto, che può diventare succo, marmellata, sidro, gelato, mele disidratate, ecc., e di investire in un comparto nuovo non ancora inflazionato.


 

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