Il 2024 si chiude con un bilancio che accanto a segnali di ripresa affianca ancora criticità che frenano i miglioramenti. Lo dicono i dati Istat elaborati dall’Aci di Brescia a Aci di Bergamo (Automobile club italiano),
La situazione in provincia di Brescia – Nel 2024 in provincia si sono verificati 2.949 incidenti stradali, in aumento del 2,4% rispetto ai 2.879 del 2023. A fronte di un numero maggiore di sinistri, si registra però una diminuzione delle vittime, che passano da 59 a 56 (-5,1%). Anche i feriti, in leggero aumento (3.960 contro 3.922 nel 2023, +1,0%), confermano la complessità del fenomeno: si riduce la mortalità, ma cresce la frequenza e la diffusione degli incidenti di media gravità.
Per contro in provincia di Bergamo il tragico bilancio stradale sui morti bergamaschi è di 53 vittime al 12 di ottobre 2025: sono 9 in più, purtroppo, rispetto alle 44 di tutto il 2024, quando mancano ancora 79 giorni alla fine dell’anno. “E c’è da dire che dal 14 dicembre dell’anno passato è in vigore il nuovo Codice della strada, con tutto l’appesantimento delle sanzioni che sono state introdotte per ottenere un più responsabile comportamento da parte di tutti gli utenti della strada, soprattutto coloro che guidano veicoli a motore. “Nel solo mese di luglio, 10 i bergamaschi che hanno perso la vita: uno ogni 3 giorni”, – osserva il presidente dell’ACI di Bergamo, Valerio Bettoni. Lo spettro è ampio, dai monopattini ai camionisti, con una casistica di leggerezze colpose che vedono in graduatoria le distrazioni da telefonini e simili, la velocità, l’abuso di bevande alcoliche e assunzione di droghe, naturalmente con l’aggiunta di estesa inosservanza della segnaletica stradale.
È sicuramente difficile sradicare abitudini consolidate, nella presunzione di molti che “tanto a me non capiterà” per abbondanza di autostima oppure nella convinzione di “farla franca”, come se il primo accorgimento da mettere in atto fosse evitare le multe e relative possibili conseguenze collaterali, con sospensione della patente fino al penale
“L’obiettivo che stiamo cercando di centrare come ACI – continua Valerio Bettoni – è la responsabilità individuale, senza eccezioni di sorta, perché la sicurezza e la salvaguardia della vita non contemplano dei sì-però-ma. Continueremo a lavorare facendo campagne di prevenzione nelle scuole, soprattutto con gli studenti prossimi al conseguimento della patente.
Le cause di questo andamento vanno ricercate non solo nel volume del traffico, ma anche nei comportamenti di guida e nella natura stessa delle strade bresciane, caratterizzate da una rete mista che combina tratti urbani congestionati, provinciali ad alto scorrimento e strade statali spesso percorse a velocità sostenute.
Le arterie extraurbane, dove i limiti di velocità sono più elevati e la presenza di incroci o accessi laterali è frequente, continuano a rappresentare il contesto più critico.
I mesi di giugno, luglio e ottobre sono risultati i più drammatici, mentre, tra le tipologie di incidente, le più letali sono state gli scontri frontali-laterali e laterali, insieme alle fuoriuscite di strada.La combinazione più tragica resta quella dello scontro frontale su strada provinciale o statale, dove la velocità di marcia e la violenza dell’impatto rendono minime le possibilità di sopravvivenza.
La velocità eccessiva continua a rappresentare la prima causa di morte. Poi i comportamenti quotidiani: l’uso del cellulare, la stanchezza, l’abitudine a sottovalutare un tratto di strada noto. Emerge inoltre un dato che merita particolare attenzione: in metà degli incidenti mortali che coinvolgono pedoni, la responsabilità non è attribuibile al pedone stesso. Ciò dimostra come, anche nei contesti urbani, serva un impegno condiviso per garantire il rispetto delle regole e una maggiore attenzione verso gli utenti più vulnerabili.
Dal punto di vista dei veicoli coinvolti, le autovetture restano il mezzo più rappresentato, seguite da motocicli e ciclomotori. Cresce anche la presenza dei monopattini elettrici, che riflette la rapida diffusione di questi mezzi e la necessità di una maggiore consapevolezza nell’uso della micromobilità.
Le ore del giorno con più sinistri sono quelle tra le 14 e le 17 fascia in cui si concentra la maggior parte dei flussi di traffico, con un picco il mercoledì pomeriggio. Le fasce orarie più letali sono invece quelle tra le 10:00 e le 13:00 e tra le 14:00 e le 17:,00. Nel fine settimana – in particolare sabato e domenica – la mortalità cresce, complice l’aumento degli spostamenti per tempo libero, il traffico extraurbano e, talvolta, una minore attenzione alla guida.
Sotto il profilo anagrafico, la maggior parte dei decessi riguarda gli over 65, mentre i giovani tra i 18 e i 29 anni sono i più coinvolti negli incidenti notturni. «I dati sulla sinistrosità nella provincia di Brescia ci invitano a una riflessione seria e condivisa. Il calo delle vittime nel 2024 rispetto all’anno precedente rappresenta un timido segnale di miglioramento, ma l’aumento complessivo degli incidenti e dei feriti ci ricorda che la sicurezza stradale resta una priorità assoluta – dichiara Aldo Bonomi, presidente dell’Automobile Club Brescia –. I dati nel periodo 1° gennaio–31 agosto 2025 registrano in totale 48 incidenti mortali, che hanno causato altrettante vittime, con un incremento di 13 casi rispetto al medesimo periodo del 2024.
Le cause di questo andamento vanno ricercate non solo nel volume del traffico, ma anche nei comportamenti di guida e nella natura stessa delle strade bresciane, caratterizzate da una rete mista che combina tratti urbani congestionati, provinciali ad alto scorrimento e strade statali spesso percorse a velocità sostenute.
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