Tumori, al Sud 15% donne cambia regione per chirurgia seno, punte del 50% in Calabria

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(Adnkronos) – Nel 2025 doversi sottoporre a un intervento chirurgico per tumore al seno rappresenta un problema nel problema per le donne che vivono in una regione del Meridione. Al Sud, infatti, il 15% delle pazienti è costretta a cambiare regione per eseguire un intervento di chirurgia mammaria. E' quanto emerge dalla 15esima edizione del rapporto 'I numeri del cancro in Italia 2025' dell'Associazione di oncologia medica, frutto della collaborazione tra Aiom, Airtum (Associazione italiana registri tumori), Fondazione Aiom, Osservatorio nazionale screening (Ons), Passi (Progressi delle aziende sanitarie per la salute in Italia), Passi d'Argento e della Società italiana di anatomia patologica e di citologia diagnostica (Siapec-Iap), presentato questa mattina a Roma a Palazzo Baldassini.  "L'analisi della mobilità sanitaria fra regioni per sottoporsi ad intervento chirurgico per il trattamento del tumore della mammella può fornire elementi importanti per valutare la capacità dei sistemi sanitari regionali di prendere in carico le pazienti con questa neoplasia nella fase successiva alla diagnosi – spiega Massimo Di Maio, presidente di Aiom – Fra il 2010 e il 2023, la quota di interventi in mobilità a livello nazionale è rimasta sostanzialmente stabile, con valori intorno all'8%. L'analisi degli indici di fuga per macroaree territoriali mostra come al Sud la mobilità passiva risulti 3 volte più alta rispetto al Centro-Nord". "Lombardia, Friuli Venezia Giulia e Lazio presentano i livelli di fuga più bassi, con valori rispettivamente intorno al 1,5%, 2,5% e 4% – sottolinea Di Maio – Tutte le regioni del Sud mostrano indici di fuga superiori rispetto alla media nazionale, con Calabria, Basilicata e Molise che presentano i livelli più alti, arrivando quasi al 50% degli interventi chirurgici eseguiti fuori regione nel caso della Calabria. Le regioni del Sud che presentano livelli di fuga elevati – evidenzia – sono anche quelle con i più bassi livelli di coperture totali dello screening".  
—salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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