Gli operatori senza una guida, così non decolla una strategia di marketing territoriale
Non conosciamo ancora i risultati concreti della stagione estiva in Valle Camonica, ma se i dati dovessero essere in linea con quelli del lago, si potrebbe ipotizzare un bilancio positivo. Tuttavia, è bene non illudersi: già nel periodo precedente alla pandemia, mentre gran parte delle aree turistiche della provincia di Brescia registravano segnali incoraggianti, la Valle mostrava un andamento in lenta ma costante contrazione.
I Point Informativi sparsi sul territorio restano un primo indicatore per valutare l’afflusso di visitatori, italiani e stranieri, e per comprendere meglio la differenza tra arrivi e presenze, elementi fondamentali per leggere l’andamento reale della stagione.
Nonostante ciò, tra chi dovrebbe essere maggiormente interessato alla promozione della valle prevale oggi un senso diffuso di delusione. Dopo l’entusiasmo e la partecipazione registrati lo scorso autunno agli Stati Generali del Turismo – un evento che aveva fatto emergere chiaramente la volontà di lavorare insieme per un progetto condiviso – la spinta iniziale sembra essersi arenata.
Il cambiamento negli equilibri istituzionali non ha portato continuità, e molti operatori lamentano la mancanza di un riferimento stabile e di un confronto operativo. Il rischio, più volte segnalato, era quello di disperdere il lavoro avviato: ed è proprio ciò che, purtroppo, si sta verificando.
Le chat e i gruppi di lavoro nati spontaneamente dagli operatori testimoniano un crescente malcontento: c’è chi ironizza sul fatto che la prossima riunione degli Stati Generali potrebbe sembrare “una seduta spiritica”, chi esprime amarezza per progetti interrotti a metà e chi, più pragmaticamente, ha già deciso di cercare collaborazioni altrove, pur restando a osservare come evolverà la situazione.
Non è la prima volta che accade: si parte con entusiasmo, ma manca una guida capace di mantenere viva la visione comune e di portare avanti con costanza gli impegni presi. Senza una regia condivisa, il rischio è di perdere ancora una volta l’occasione di valorizzare appieno il potenziale turistico della Valle, proprio in un momento storico in cui il settore potrebbe rappresentare una risorsa vitale per l’economia locale.
Costruire una strategia di marketing territoriale significa partire da una visione chiara, radicata nel territorio e allo stesso tempo capace di parlare all’esterno con un linguaggio moderno e coinvolgente. È necessario un piano organico che sappia mettere in rete risorse, comunità e obiettivi concreti di crescita.
Ogni luogo ha un’anima unica e irripetibile: farla emergere attraverso una narrazione coerente, simboli e valori riconoscibili è la sfida che può trasformare un territorio in un brand forte. Ma perché ciò avvenga servono alcuni ingredienti imprescindibili: condivisione, continuità e una direzione capace di unire istituzioni, comunità e operatori verso un obiettivo comune.
Antonio Martinelli
intersen@intercam.it
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