Università e IA: 8 studenti su 10 usano l’intelligenza artificiale per i lavori accademici

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L’83% degli studenti universitari italiani utilizza regolarmente strumenti di intelligenza artificiale generativa per lo studio e la produzione di elaborati accademici. È quanto emerge da una ricerca condotta dal Team CETU (Centro Tesi Universitario), che a giugno 2025 ha somministrato un sondaggio anonimo a 507 studenti (triennali, magistrali e dottorandi), analizzando in collaborazione con Plagioscanner.com oltre 21.000 lavori accademici prodotti tra aprile 2024 e giugno 2025.

Dottorandi i più assidui
Contrariamente allo stereotipo che vede l’IA come strumento per studenti alle prime armi, i dati mostrano una tendenza opposta: i dottorandi sono i più inclini a integrarla nelle loro attività (87%), seguiti da studenti di laurea magistrale (84%) e triennale (83%).

Tra benefici e rischi
Se il 65% degli intervistati riconosce che l’IA rappresenta un aiuto concreto nello studio, quasi la metà (47%) ha segnalato problemi di accuratezza e il 43% ha giudicato i testi troppo generici. Particolarmente preoccupante il dato relativo alle citazioni inventate: il 25% ha riscontrato riferimenti bibliografici inesistenti nei documenti generati.

Un uso spesso non controllato
Il 29% degli studenti ammette di aver consegnato almeno un elaborato interamente redatto dall’IA, senza alcuna revisione. “Un caso su dieci di lavori generati integralmente e quasi uno su tre senza rilettura – sottolinea Pierpaolo Alfani, Operation Manager di Team CETU – incide direttamente sull’integrità accademica. È necessario definire policy chiare, criteri di valutazione coerenti e competenze digitali condivise lungo tutta la filiera formativa”.

Verso nuove regole
Lo studio arriva in un momento in cui gli strumenti di IA sono sempre più sotto la lente delle istituzioni accademiche e dei fornitori stessi, alcuni dei quali stanno introducendo sistemi di “guardrail” per incentivarne un uso responsabile. Tuttavia, la ricerca evidenzia come i soli interventi tecnologici non siano sufficienti: servono linee guida precise e percorsi formativi mirati sia per gli studenti che per i docenti.

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