(Adnkronos) – Jannik Sinner ha presentato ieri sera a Milano la sua Fondazione dedicata ai giovani, ma un occhio resta sempre al campo. Il tennista azzurro, sceso al secondo posto del ranking Atp dopo la sconfitta in finale agli Us Open con Carlos Alcaraz, ha parlato dei prossimi impegni, a partire dallo swing asiatico: "Ora parto per Pechino, ci sono ancora tanti tornei importanti per me però mi sento pronto fisicamente. Mi sento bene, dopo lo Us Open ho staccato un po' la testa e quindi ora mi sento pronto per ripartire, pronto per fare qualche cambiamento e diventare un giocatore ancora migliore", ha detto intervistato dal direttore di SkySport, Federico Ferri. "Ovviamente so anche il supporto che ho dall'Italia e, visto che i grandi Slam sono già finiti, l'obiettivo saranno le Finals di Torino. Voglio giocare bene in quel torneo e poi vediamo come vanno le cose. Sono super contento di tornare di nuovo in campo perché è lì che mi sento vivo. Mi sento al sicuro, quindi non vedo l'ora". L'obiettivo della sua nuova Fondazione è supportare i giovani meno fortunati ad avvicinarsi allo sport e non solo: "Non è una questione di ricambiare, ma di dare qualcosa indietro. Ora siamo in 5, riusciamo a gestire tutto nel modo migliore possibile perché parliamo di ciò che possiamo fare". "Quando io ho iniziato a sciare 10/15 anni fa costava una cifra, ora costa un'altra. Ci sono famiglie che magari non possono permettersi un paio di sci: dobbiamo essere realisti, non è una cosa con cui andremo subito dall'altra parte del mondo", ha spiegato Sinner, "io sono dell'Alto Adige e so come sono le cose, so tutto di lì. Iniziamo da lì e poi cercheremo di allargarci. Il tennis mi ha insegnato tante cose e mi ha cambiato la vita. La Fondazione per me è sempre stata molto importante la volevo aprire già molto molto prima, però ci siamo detti di fare le cose per bene e di prenderci più tempo" "Speriamo di fare una cosa molto carina e che resti lì per un bel po', proveremo a fare tante cose positive. Senza la mia carriera tutto questo non sarebbe stato possibile", ha continuato il tennista azzurro, "vengo da una famiglia molto molto normale, che mi ha sempre permesso di fare quello che volevo. Da quel punto di vista i soldi li avevamo, ma non di più. Mi reputo molto molto fortunato, spero che i ragazzi si sentano fortunati di avere me o altri sportivi che cerchiamo di aiutare". —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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