Dibattito a Lovere sullo sviluppo dell’Alto Sebino

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Un confronto concreto, costruttivo e orientato al futuro. L’iniziativa della CISL di Bergamo su infrastrutture e viabilità per lo sviluppo del territorio alto Sebino ha raggiunto il primo degli obiettivi che i era prefissato: quello di contribuire ad una riflessione sul tema della carenza infrastrutturale di questo territorio. Noi abbiamo un’idea di lavoro che ci chiama a partecipare a tutto tondo, nella creazione del lavoro di un lavoro sostenibile dal punto di vista sociale economico e ambientale”, ha detto Francesco Corna, segretario generale del sindacato di via Carnovali.

Oggi, nella sala Ruffini della comunità montana dei laghi a Lovere, alla presenza di molti amministratori dei comuni della zona, si è infatti svolto l’incontro tra il sindacato, la Camera di Commercio, Regione, Provincia e enti locali alla ricerca di una linea d’azione comune, che possa togliere il comprensorio dalla atavica problematica legata ai collegamenti viari e ai problemi che si stanno inasprendo dopo la frana che ha coinvolto la statale rivierasca che collega Lovere a Castro e che è utilizzata quotidianamente da centinaia di camion di dimensioni rilevanti diretti alla Lucchini.

La CISL sostiene da tempo la necessità di un coordinamento e di un dialogo tra tutte le forze politiche e sociali volto a favorire l’accesso e lo sviluppo produttivo e turistico di questo territorio – ha continuato Corna nell’introduzione al dibattito. Cogliendo le istanze dei nostri rappresentati e della comunità tutta, con questa iniziativa vogliamo dar voce anche alle specifiche esigenze di questa realtà, che sono diverse rispetto alle valli e alla pianura. Vorremmo contribuire ad un dibattito che favorisca il mantenimento e la creazione di nuovo lavoro, essere vicini al territorio, che ha molte opportunità di sviluppo, ma che  rischia di essere considerato marginale e lontano dal punto di vista economico e penalizzato dal punto di vista infrastrutturale”.

L’area dell’alto Sebino conta circa 30mila abitanti, 2256 imprese con 10600 addetti. Le attività manifatturiere, il commercio e le costruzioni rappresentano oltre il 70% della manodopera. In zona sono presenti 500 imprese femminili, 200 giovani e 247 gestite da stranieri. In 5 anni il flusso turistico ha avuto una costante crescita, passando da 44mila e 65mila arrivi e da 117mila a quasi 184mila presenze.

Lo sviluppo turistico recente del Sebino favorito dall’iniziativa di Christo e dall’infrastruttura aeroportuale è positivo e deve avere la massima attenzione per un utilizzo del meraviglioso ambiente che ci è stato donato affinché sia preservato e valorizzato, ma né l’Italia né il Sebino possono vivere di solo turismo –ha continuato Corna -, considerato che in zona il 50% dei lavoratori è occupato tra industria e costruzioni e solo il 10 nell’accoglienza”.

Su questa lunghezza d’onda si è espresso anche Augusto Mensi, amministratore delegato di Lucchini RS. “Il problema della viabilità – ha detto il manager – non si risolve “contro” un’ industria che occupa 1300 persone, che fattura oltre 600 milioni di €, che utilizza il 45% dei produttori entro i 30 km e restituisce ricchezza a tutto il territorio. Occorre ripensare la viabilità e le infrastrutture che vadano a beneficio di tutti, residenti e imprese. In un futuro e auspicabile coordinamento per le infrastrutture necessarie per il territorio, Lucchini c’è con le proprie competenze e le proprie risorse”.

Per Giovanni Zambonelli, presidente di Camera di Commercio di Bergamo, “i dati che abbiamo raccolto sono chiari: questo territorio ha una grossa componente manifatturiera e una crescente capacità turistica. Queste attività sono complementari, non dobbiamo pensare di dover favorire uno o l’altro. Le infrastrutture devono sempre essere a servizio sia di imprese che di residenti, e quelle che servono alla viabilità per questa zona sono decisamente immorali e indecenti”.

TERZI

Fare infrastrutture qui è particolarmente complicato – è il pensiero della assessora regionale Claudia Terzi -, anche per la litigiosità che ci contraddistingue. Lavoriamo da tempo per alleggerire e risolvere i problemi delle infrastrutture dell’alto Sebino. Noi cerchiamo di garantire pari opportunità, diamo importanza allo stesso modo a manifattura e turismo, quindi le nostre scelte non saranno mai contro qualcuno, anche per dare un ventaglio maggiore di proposte per i giovani. Per l’alto Sebino, una proposta potrebbe essere quella di ripristinare il trasporto merci su lago e utilizzare la ferrovia sull’altra riva. Il futuro coordinamento potrebbe partire da qui. I tavoli non li facciamo per missione, dato che non siamo l’Ikea, ma perché servano a risolvere i problemi”.

I trasporti e la viabilità sono i problemi “storici” di questo territorio, come per tanti altri in fondo alla provincia – ha detto Giuseppe Ghitti, vice sindaco di Lovere -, con delle strade non all’altezza dei fabbisogni. Adesso spero si entri decisamente nei problemi della zona e si cominci a ragionare sulla viabilità in modo alterativo a quanto fatto fino a oggi. Tutti i territori di confine sono lontani dal centro, ma altre zone ( e basta guardare la sponda bresciana del lago) sono state più brave a perseguire alcune soluzioni”.

Chiediamo alla politica di dare risposte ai diversi territori in base alle loro diverse esigenze, perché l’equità non è fare parti uguali tra diversi – ha concluso il segretario provinciale della CISL. Non ci sono scorciatoie: il lavoro di qualità richiede ricerca sviluppo e infrastrutture, e le infrastrutture servono anche alla produttività, unica via per garantire retribuzioni elevate. Infrastrutture, mobilità, accesso ai servizi e valorizzazione del patrimonio sono leve fondamentali per sostenere le imprese del territorio e favorirne la crescita. Ci auguriamo che da questo confronto possano nascere sinergie utili a costruire risposte concrete per il futuro della zona”.

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